PAROLE E MUSICA NEL MADRIGALE


Introduzione

Nel XVI secolo il madrigale è la più importante forma poetico-musicale diffusa nelle corti italiane.
Una caratteristica fondamentale risiede nel fatto che i testi sono di alta qualità letteraria e trattano soprattutto d’amore.
Per quanto riguarda la scrittura musicale, essa è polifonica, solitamente a quattro o a cinque voci, e l’esecuzione è da camera: il madrigale non viene cantato da un coro ma da quattro o cinque cantanti, a seconda del numero delle voci.

I principali compositori di madrigali sono Luca Marenzio (1553 ca – 1599) e il principe Gesualdo da Venosa (1566 – 1613).
Nel Rinascimento i compositori di madrigali si impegnano a “tradurre in musica” i significati del testo poetico.
Ascoltiamo la prima parte del madrigale Io tacerò di Gesualdo da Venosa.
Nella tabella qui di seguito sono riportati i versi del testo poetico e le relative scelte musicali del primo frammento del brano.


Ascolto guidato

Gesualdo da Venosa, Io tacerò

A

Io tacerò ma nel silenzio mio

B

le lacrime

C

e i sospiri

C

diranno i miei

D

martiri

Come esprimere il silenzio in musica? Gesualdo inserisce una lunga pausa dopo le parole iniziali Io tacerò (sezione musicale A). Il silenzio avvolge la frase. La voce più acuta, il soprano, non canta. L’atmosfera sonora è cupa e “immobile”.
Arrivano poi le lacrime (sezione musicale B) che “scendono” dalla voce più acuta a quella più grave come inseguendosi: è come quando piangiamo, quando le lacrime scorrono sul viso una dopo l’altra. La musica qui trasforma in suoni la cascata del pianto. Accanto alle lacrime abbiamo i sospiri, che altro non sono che i movimenti del torace che si alza e si abbassa: Gesualdo li realizza musicalmente con piccoli movimenti melodici.
La figura sonora fa sì che le sillabe della parola sospiri abbiano questo effetto: so spi ri.
Diranno i miei (sezione musicale C) è uno slancio musicale ripetuto e incalzante che esprime l’ansia di comunicare.
Il primo frammento si chiude con la parola martiri (sezione musicale D), che significa sofferenza estrema, ed è resa con la direzione musicale discendente: si ottiene un’immagine sonora di abbattimento doloroso.


Ascolto riepilogativo

Ora ascolta l’intera sezione di Io tacerò.


Il compositore

Carlo Gesualdo principe di Venosa, oggi in provincia di Potenza, è un esempio di aristocratico dotato di eccellente talento musicale. I suoi madrigali sono considerati capolavori di intensità espressiva.
Ma la fama di Gesualdo è anche legata a un episodio terribile della sua vita: nel 1590 uccide la moglie e l’amante della moglie. Il dolore presente nei testi e nella musica di Gesualdo riflette il suo animo tormentato.

Ritratto di Carlo Gesualdo principe di Venosa