La diffusione della peste

La prima metà del Trecento fu caratterizzata da una forte ondata di freddo, che provocò seri danni all’agricoltura, generando una serie di crisi alimentari in tutta Europa e che ebbero conseguenze drastiche sulla popolazione: fu questo infatti un periodo in cui si diffusero molte epidemie. Ce n’erano di tanti tipi, vaiolo, tifo, tubercolosi, malaria, ma quella che lasciò un segno indelebile fu la peste del 1347-50.

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Apparsa nel 1333 in Cina, la peste si diffuse attraverso la Via della seta e le altre principali rotte commerciali. La prima città ad essere colpita fu Caffa, nel 1347, porto controllato dai genovesi, che in quel momento era sotto assedio dei Mongoli. Le navi genovesi la portarono in Italia, Spagna e Francia. In poco tempo si diffuse anche al resto dell’Europa, imperversando con maggiore o minore intensità per circa un secolo.

La cartina riporta le zone dove avvenne il primo contagio e la successiva diffusione in Europa. Sapresti indicare sulla cartina l’area di inizio contagio e le aree di maggiore diffusione nel 1348.

Area primo contagio
Aree di maggiore diffusione nel 1348

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La popolazione europea era cresciuta in maniera costante dopo l’XI secolo, ma il calo improvviso dell’agricoltura dovuto al cambiamento climatico e la successiva diffusione delle carestie resero la popolazione più vulnerabile alla malattia. Si ritiene che questa pandemia spazzò via un terzo della popolazione europea, che all’ora contava circa 80 milioni di abitanti. Nel corso dei secoli la peste si ripresentò periodicamente qua e là in Europa fino alla prima metà del Settecento, ponendo un freno alla crescita demografica.

Osservando la cartina, quali paesi furono maggiormente colpiti dalla peste tra il 1340 e il 1400?

Francia — Italia
Francia — Spagna
Italia — Germania
Germania — Londra

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Non si aveva nozione sulle cause dell’epidemia: c’era chi sosteneva che la causa si ritrovasse nell’aria corrotta calda e umida, chi invece riteneva che il morbo trovava la sua spiegazione nella posizione dei corpi celesti. Il rimedio più efficace consisteva quindi nell’abbandonare la zona colpita da pestilenza: ed è quello che avviene nella narrazione del Decameron di Giovanni Boccaccio, dove un gruppo di sette fanciulle e tre giovani decise di recarsi per qualche giorno fuori dalla città di Firenze e di trascorrere il tempo passeggiando, cantando, scherzando e raccontando novelle. Giovanni Boccaccio per dare inizio alla sua opera è costretto a un “orrido cominciamento”, vale a dire la descrizione della peste a Firenze di cui ti proponiamo la lettura, dove viene delineato un quadro generale della città colpita dalla pestilenza e dove sfacelo e disgregazione di ogni tessuto sociale e morale sono all’ordine del giorno.
▼Clicca qui per la lettura dell’Introduzione del Decameron

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L’abbassamento delle temperature medie dall’inizio del XIV alla metà del XIX secolo, identificato come “piccola era glaciale”, ebbe forti ripercussioni sui raccolti, dando origine a diverse carestie e al conseguente aumento di mortalità. Oggi si assiste al fenomeno contrario, come puoi osservare dalla cartina: un eccessivo riscaldamento del globo terrestre. Il comitato dell’ONU ogni sei anni produce un rapporto, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, attraverso il quale viene messa nero su bianco la situazione climatica mondiale. Ciò che è emerso dai precedenti rapporti è che la causa dell’aumento della temperatura è generato dall’emissione dei “gas serra” dovuti all’utilizzo di petrolio, carbone e gas. Perché si possa contrastare l’aumento tempestivo della temperatura bisognerebbe senza dubbi ridurre la presenza nell’atmosfera di questi gas. Facendo un’accurata ricerca su internet, illustra gli obiettivi che l’Onu si pone per ridurre i gas entro il 2030.