Il reich e lo sterminio degli ebrei

Nel 1942 il “nuovo ordine” pronosticato da Germania, Italia e Giappone sembrava sul punto di realizzarsi: i tre alleati erano vicini alla vittoria e controllavano ormai gran parte dell’Europa e dell’Asia. Chi resisteva in Europa era solo la Gran Bretagna. La situazione prese una piega diversa con l’entrata in guerra dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti.

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In Germania la realizzazione dell’”ordine nuovo” fu affidata alle SS: queste con l’appoggio dei governi collaborazionisti, rastrellarono uomini, donne, bambini ebrei, ma anche malati, pazzi e omosessuali per dare inizio a quella che Hitler chiamò “rigermanizzazione”. La presenza degli ebrei era considerata fonte di inquinamento insopportabile per la supremazia razziale dei tedeschi: gli ebrei erano ritenuti da Hitler inferiori a qualunque altro popolo. Si pensò quindi di concentrare l’intera popolazione ebraica in zone delimitate: furono recintati interi quartieri di città, chiamati “ghetti”. Qui gli ebrei, ai quali fu imposto di portare una grande stella gialla cucita sugli abiti, erano obbligati a risiedere e a lavorare.

Osservando la cartina, sapresti dire in quale zona dell’Europa furono creati questi “ghetti”?

Europa occidentale
Europa meridionale
Europa Settentrionale
Europa orientale

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Il ghetto più grande e tragicamente famoso durante l’occupazione nazista fu quello di Varsavia: nella primavera del 1943 i nazisti ne decisero la liquidazione, dando inizio a quello che passerà alla storia con il termine di Olocausto. I Lager realizzati nel 1933 principalmente con lo scopo di rinchiudervi gli oppositori politici divennero i luoghi in cui le persecuzioni antisemite ebbero il principale strumento operativo. In tutto il Terzo Reich e nei territori occupati furono allestiti circa 20.000 campi di concentramento e di sterminio destinati soprattutto a ebrei e ad altre minoranze che si volevano eliminare.

Osserva la cartina: dove furono installati la maggior parte dei campi di concentramento?

Francia
Polonia
Italia
Germania

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Nel 1933, dopo l’ascesa di Hitler, molti ebrei che vivevano in Germania lasciarono il Paese. Tra questi c’era anche la piccola Anna Frank, che insieme alla sua famiglia si trasferì ad Amsterdam. Nel 1940 però la Germania invase questo Paese, iniziando a perseguitare gli ebrei: nel 1942 la famiglia si nascose in un nascondiglio sopra l’ufficio del padre, che però non le salvò la vita. Unico sopravvissuto fu il padre, Otto Frank, che ritornato ad Amsterdam trovò il diario che la figlia aveva scritto durante la sua “prigionia” nel nascondiglio segreto. Il padre riuscì a pubblicarlo in tedesco nel 1947 e poi nella traduzione inglese nel 1952. In Italia fu pubblicato nel 1954 da Einaudi.
Ti proponiamo la lettura di una delle sue pagine, datata 21 luglio 1944, quasi venti giorni prima del suo arresto: si leggono parole di speranza, dopo aver ricevuto la notizia di un attentato alla vita di Hitler. Speranza però che morirà con lei il 4 agosto del 1944, quando sarà deportata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.
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Nel 1938 con l’emanazione delle leggi razziali da parte di Mussolini anche l’Italia aderì alla politica razzista tedesca.Si assistette quindi alla costruzione e alla nascita anche su territorio italiano di campi di concentramento ma anche di campi di internamento, di transito, di caserme e di prigioni, di stazioni ferroviarie da cui partivano i convogli carichi di ebrei.
Fai una ricerca e scrivi dove sorsero questi luoghi di terrore e quale caratteristica avevano.