Sinossi
▲ Torna su“Abbiamo rappresentato la barbarie preistorica nel cuore della modernità”: con queste dure parole si apre Luna Rossa, film candidato a numerosi riconoscimenti e designato dal Ministero per i Beni e Le Attività Culturali come di interesse nazionale. A pronunciarle è Oreste, ultimo discendente della famiglia camorrista dei Cammarano, della quale, in qualità di pentito, rivela le più oscure trame. A partire dagli anni Settanta i Cammarano hanno cominciato a estendere il proprio potere in modo sempre crescente, lasciando dietro di sé una lunghissima scia di sangue. Il capoclan è Amerigo, che non esita a sacrificare la figlia Amina in nome della lotta tra clan e a tenere in casa un’amante greca, Elena. Sua moglie è Irene, una donna spietata, che fa uccidere il marito con la complicità dell’amante Egidio. I loro figli sono lo stesso Oreste e Orsola: proprio da loro parte un moto di ribellione verso la logica del clan. Come gesto culminante della progressiva separazione dal mondo della camorra, Oreste, dopo essersi allontanato da casa per alcuni anni, si renderà responsabile dell’assassinio della madre: il cerchio si è ormai chiuso, e il giovane resta, con la sorella, ultimo testimone di un mondo di barbarie.
Per uno studioso di materie classiche la visione di Luna Rossa è molto interessante perché ripropone in chiave moderna il mito della famiglia degli Atridi. Ognuno dei personaggi principali rimanda, più o meno indirettamente, ai protagonisti delle vicende rappresentata da Sofocle nella trilogia dell’Orestea: Amerigo è il corrispettivo moderno di Agamennone, capofamiglia che non si fa scrupoli a sacrificare la figlia Ifigenia per la buona riuscita della guerra di Troia; Irene è Clitemnestra, moglie adultera e assassina del marito, con l’amante Egidio (l’Egisto della saga greca); Oreste, sin dal nome, è immediatamente accostabile al figlio della coppia, che, dopo alcuni anni trascorsi lontano da casa, vi fa ritorno per vendicare l’assassinio del padre: nel caso dell’Oreste moderno, tuttavia, non si tratta soltanto di una vendetta, quanto piuttosto dell’eliminazione dell’ultimo caposaldo di un mondo di sangue. Orsola, infine, è Elettra, che assiste Oreste nell’ultimo, “tragico” gesto. Il fatto che egli si consegni spontaneamente alla giustizia, e che la cornice stessa del racconto sia un processo, fa pensare alla terza tragedia della trilogia eschilea, le Eumenidi, in cui Oreste è sottoposto a giudizio nel tribunale ateniese dell’Areopago. Unico “discostamento” rispetto al mito, la presenza di Elena, che fu rapita non da Agamennone ma dal troiano Paride, dando origine alla guerra di Troia: si potrebbe accostare piuttosto il personaggio del film a Cassandra, una delle figlie di Priamo condotta ad Argo da Agamennone dopo la distruzione di Troia.
Scopo Didattico
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Laboratorio
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Approfondimenti
- La saga degli Atridi: lettura integrale di Eschilo, Orestea, ed. Mondadori, con analisi dei personaggi principali e confronto con l’adattamento moderno realizzato da Antonio Capuano.
Discussione in classe
Le vicende degli Atridi sono dominate, sin dal loro inizio, dalla violenza e dal sangue. Lo stesso capostipite Atreo, per vendetta nei confronti del fratello Tieste che ne ha sedotto la moglie, gli imbandisce le carni dei figli: questi lancia su di lui una terribile maledizione, che colpirà la sua intera stirpe, dal sacrificio di Ifigenia all’omicidio di Agamennone da parte di Clitemnestra, alla vendetta di Oreste sulla madre. Allo stesso modo, il film rappresenta un’apparentemente inestinguibile legame tra il concetto di famiglia e quello dell’organizzazione di un clan mafioso, seminatore di morte e violenza. Ritieni che nella saga degli Atridi si volesse dare una tale connotazione negativa dei rapporti di parentela? Quanto la famiglia, nel mondo odierno, può influenzare in modo continuativo la vita e il destino di una persona?